SPALLA Periartrite scapolo omerale

Periartrite scapolo omerale

La periartrite (termine arcaico utilizzato dai vecchi medici) oggi è denominatasindrome da conflitto della cuffia dei rotatori e non è altro che unainfiammazione di questi tendini (ma soprattutto del tendine del muscolo sovraspinato), dovuta principalmente a sollecitazioni croniche ripetute.

La periartrite può colpire gli sportivi(soprattutto coloro che praticano sport come nuoto, pallanuoto, baseball, pallavolo, tennis o sport di lancio come il peso e il giavellotto) ma anche persone che non praticano sport ma svolgono determinati lavori (imbianchini, muratori, carpentieri, ecc…).

È una patologia evolutiva, perché inizia con la flogosi (infiammazione) reversibile del tendine del sovraspinato, con edema e infarcimento emorragico (tipico dei soggetti giovani con meno di 25 anni) ma può progredire dando fibrosi del tendine (verso i 40 anni) e infine formazione di calcificazioni e rottura del tendine coinvolto.

Fattori di rischio della periartrite

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Sostanzialmente tutti i movimenti ripetuti di sollevamento delle braccia o il sollevamento di pesi eccessivi possono provocare infiammazione di questi tendini.

Bisogna anche considerare che quando si solleva ed estende il braccio lo spazio a disposizione della cuffia si riduce e di conseguenza i tendini possono venir ”pinzati” fra le ossa della spalla.

In alcune persone c’è poi un ”difetto di costituzione” della spalla per cui lo spazio in cui si trova la cuffia dei rotatori risulta più ristretto rispetto al normale con conseguente danno ai tendini.

A lungo andare la tendinite, se non curata, provoca un indebolimento del tendine che può arrivare anche a rompersi.

Un altro fattore da considerare è l’età: col passare del tempo si ha un certa usura dei tendini che possono subire minime lesioni; inoltre col passare del tempo nelle aree lesionate si può assistere alla deposizione di calcio, con il quadro della classica periartrite scapolo-omerale calcifica.

Sintomi della periartrite

In presenza di dolore alla spalla è opportuno rivolgersi a un medico che porrà la diagnosi in base al racconto del paziente, all’esame obiettivo e prescrivendo alcuni esami strumentali da svolgere.

La presenza di fattori di rischio e l’età può deporre a favore di questa patologia, ma si dovrà anche valutare la presenza del dolore alla pressione, la mobilità della spalla e bisogna fare eseguire al paziente determinati movimenti, atti a mettere in evidenza la sindrome della cuffia dei rotatori (periartrite).

La manovra di Jobe permette di verificare l’integrità del tendine del muscolo sopraspinato e consiste nel far abdurre e flettere di circa 30° ed intrarotare massimamente il braccio, da questa posizione il movimento di abduzione contro resistenza risulta impossibile in caso di lesione al tendine sopraspinato.

Per una completa valutazione delle condizioni della spalla è necessario il ricorso ad alcuni esami strumentali, in particolare all’ecografia ed eventualmente alla risonanza magnetica.

La radiografia (RX) consente di individuare la presenza di eventuali calcificazioni, ma molte volte può risultare negativa.

L’ecografia e, in maniera più precisa, la risonanza magnetica (RM) possono individuare i tendini della cuffia dei rotatori infiammati o lesionati.

Terapia della periartrite

La periartrite è una patologia dolorosa dovuta a sforzi eccessivi o cronici, dunque i primi due obiettivi della terapia sono di mettere a riposo l’arto e placare il dolore. Occorre far riposare la spalla per 4-7 giorni ed evitare ovviamente tutti i movimenti e gli sforzi fisici che provocano il dolore. Tutto ciò finché il dolore non si attenua.

È utile applicare il ghiaccio, circa 15 minuti ogni 2 ore, perché allevia l’infiammazione dei tendini, mentre per rilassare i muscoli si possono fare degli impacchi caldi per circa 20 minuti. Per quanto invece riguarda il dolore, a questo scopo possono essere prescritti dal medico antinfiammatori o antidolorifici, tuttavia se il dolore non passa ci si può rivolgere ad un ortopedico che provvederà a effettuare delle infiltrazioni intrarticolari di cortisone.

Gli ultrasuoni sembrano invece essere meno efficaci, mentre le onde d’urto possono essere utili se c’è una periartrite con calcificazioni e vengono effettuate 3 sedute a distanza di una settimana l’una dall’altra.

Oltre a ridurre il dolore, il paziente deve recuperare il più possibile la funzionalità della spalla. A questo scopo è molto importante l’intervento della fisioterapia, questo per rinforzare la muscolatura e bilanciare così la forza dei muscoli a livello della spalla. Il fisioterapista lavorerà per alcune settimane o mesi sul paziente e questo dovrà comunque impegnarsi ad eseguire della ginnastica posturale a casa.

Se tutto ciò fallisce, ci si deve rivolgere alla chirurgia artroscopica ortopedica, che provvederà ad aumentare lo spazio subacromiale per permettere alla testa dell’omero di muoversi più liberamente nello spazio sub-acromiale e così di alzare meglio il braccio senza dolore.